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Il genere Agrotis comprende diverse specie, morfologicamente variabili in termini di colore e dimensioni, sia nelle larve che negli adulti. In Italia, le specie più comuni appartenenti al genere Agrotis sono Agrotis ipsilon, nota come nottua dei seminativi e più diffusa sul mais, e Agrotis segetum, detta anche nottua delle messi.
Entrambi sono insetti altamente polifagi che attaccano numerose colture, tra cui mais, orticole, bietola, cotone e tabacco.
Larva di Agrotis ipsilon
Nel mais, i danni sono causati principalmente dagli stadi larvali, che provocano erosioni su colletto, radici e foglie delle piante. A partire dal quarto stadio larvale, quando le larve superano i 15 mm di lunghezza, l’insetto inizia a colpire le plantule di mais negli stadi V1-V5, attaccando inizialmente le foglie per poi estendersi al colletto e alle radici.
I danni più gravi si registrano agli stadi V6-V8, in cui la rosura può compromettere irreversibilmente l’apice vegetativo. Le larve si alimentano prevalentemente nelle ore notturne e si rifugiano nel terreno durante il giorno.
Recupero della pianta dopo la rosura sopra l’apice vegetativo
Gli adulti di Agrotis ipsilon presentano un’apertura alare fino a 5 cm, con una colorazione brunastra e una livrea caratterizzata da un disegno scuro a forma di freccia o di Y. Le larve sono di colore grigio scuro, punteggiate di nero, con una fascia dorsale più chiara. Se disturbate, tendono ad arrotolarsi a spirale, assumendo la tipica forma a C. Raggiungono i 5 cm di lunghezza e attraversano sei stadi larvali.
Adulto di nottua
Agrotis sverna come crisalide o come larva con fasi migratorie stagionali, spostandosi da zone secche e aride a zone più umide.
Con i primi temporali primaverili, gli adulti migrano e depongono le uova nei campi inerbiti o a bordo campo. A metà aprile - inizio maggio, dopo 1 - 2 settimane di incubazione, le uova si schiudono e iniziano l'attività trofica.
Mentre la prima generazione sfarfalla da aprile, la seconda sfarfalla in giugno-luglio spostandosi su altre colture per depositare le uova. La seconda generazione può dare origine a una terza e a una quarta generazione, anche se in media il ciclo si limita a due sole generazioni all'anno.
Le condizioni favorevoli per lo sviluppo dell’infestazione includono primavere piovose, che mantengono umido il suolo superficiale e favoriscono la migrazione degli adulti per l’ovideposizione. La lavorazione ridotta del terreno incrementa il rischio d’attacco. Per contenere il patogeno è consigliabile mantenere puliti i terreni incolti e rimuovere le infestanti dai bordi, riducendo così i siti di sopravvivenza della nottua.
Il monitoraggio degli appezzamenti è fondamentale prima di procedere con eventuali trattamenti. Il controllo può essere effettuato con interventi specifici dopo la semina, preferibilmente durante la rincalzatura. L’efficacia maggiore si ottiene trattando precocemente, quando le larve sono ancora nei primi stadi di sviluppo, fase in cui risultano più vulnerabili ai princìpi attivi impiegati.