Agronomia

Consigli per la gestione agronomica del frumento e dei cereali a paglia

Something went wrong. Please try again later...

LA SEMINA

Dose di semina

La semina ad alta densità del grano è fondamentale per ottenere rese elevate e per un efficace controllo delle erbe infestanti. In ambienti ad alta produttività, i coltivatori seminano generalmente tra 3,5 e 4,5 milioni di semi per ettaro, a condizione che il suolo sia in buono stato e che la semina avvenga nella finestra temporale ottimale. In caso di semina tardiva, è consigliabile aumentare la densità di semina a 4,5-5,5 milioni di semi per ettaro, poiché il tempo per l'accestimento è più limitato.

Per determinare la dose di semina ideale, è essenziale conoscere il numero ottimale di spighe al momento del raccolto per massimizzare il potenziale di resa. L'obiettivo è ottenere una densità di 270-380 piante per metro quadrato, con ogni pianta in grado di sviluppare da 3 a 5 culmi. Il massimo potenziale di resa si raggiunge con 650-860 spighe per metro quadrato.

È cruciale garantire l'uniformità dell’investimento, che dipende da un buon letto di semina e da un posizionamento accurato dei semi tramite attrezzature adeguate. La profondità di semina ideale deve essere costante, compresa tra 2,5 e 3,8 cm.

Data di semina

Le date ottimali per la semina del grano si basano sulle raccomandazioni regionali, oltre che sulle condizioni specifiche e sull'esperienza maturata nella propria azienda agricola. Nella maggior parte delle regioni, il periodo ideale di semina dura generalmente 2-3 settimane, trascorse le quali il potenziale di resa tende a diminuire.

Un ritardo nella semina può verificarsi per diverse ragioni, con conseguenze quali un numero ridotto di accestimenti autunnali, un maggiore rischio di danni invernali e un minor potenziale produttivo. Temperature elevate al momento della semina possono accelerare la germinazione, ma se l'umidità del suolo è adeguata, potrebbero comunque ridurre il numero di piante che si sviluppano correttamente. Al contrario, una bassa umidità del terreno può rallentare la germinazione e ostacolare la crescita iniziale del grano.

Varietà e conce

Un'elevata resa inizia con varietà di grano di alta qualità, selezionate in base alla loro adattabilità alla zona di coltivazione. Altri fattori fondamentali includono la resistenza al gelo, alle malattie, agli insetti e all’allettamento, tutti elementi essenziali per proteggere la produzione.

Quando si impiegano elevate densità di semina e alti apporti di fertilizzanti azotati, è particolarmente importante scegliere varietà resistenti all'oidio. È sempre consigliabile utilizzare sementi certificate, oltre a utilizzare trattamenti fungicidi e insetticidi in concia per proteggere le piantine dalle prime minacce dei parassiti.

Rotazione

Il grano raggiunge il massimo potenziale produttivo quando viene seminato dopo la soia o il mais. La rotazione delle colture interrompe i cicli di malattie e parassiti specifici di ciascuna pianta e favorisce una maggiore competizione tra i culmi, contribuendo a un controllo più rapido ed efficace delle infestanti.

Sempre più spesso, gli agricoltori adottano rotazioni che includono mais, grano e soia, con un doppio raccolto dopo la mietitura, permettendo di ottenere tre colture in due anni.

 

FERTILIZZAZIONE

Bisogni nutrizionali

Il grano risponde molto bene a un suolo fertile e a un'adeguata somministrazione di fertilizzanti, grazie al suo apparato radicale poco profondo. Ogni tipo di terreno ha una diversa capacità di fornire alle piante i nutrienti essenziali per ottenere rese elevate. Tuttavia, anche un suolo ricco di sostanze nutritive può essere altamente produttivo solo se la sua struttura fisica (composizione, densità, porosità, drenaggio) e le proprietà biologiche (presenza di microrganismi) vengono mantenute in buone condizioni.

Per una crescita ottimale, il grano predilige un pH del suolo compreso tra 6 e 7. È importante gestire il pH in base alla coltura che, all'interno della rotazione, ha il fabbisogno più elevato. I nutrienti principali per ottenere un’alta resa nel grano sono azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). I tassi di asportazione di questi elementi per il grano e la paglia sono riportati nella Tabella 1.

 

Per quanto riguarda i nutrienti secondari e i microelementi, il grano ha un’elevata richiesta di manganese (Mn), una richiesta media di zolfo (S) – in particolare quando la paglia viene rimossa – e di rame (Cu), mentre ha un basso fabbisogno di boro (B), molibdeno (Mo) e zinco (Zn). È importante sottolineare che le dosi di applicazione dei fertilizzanti non corrispondono esattamente a quelle di asportazione dei nutrienti dal suolo. Per questo motivo, è sempre consigliabile eseguire analisi del terreno per valutare i livelli di nutrienti presenti nel campo.

L’efficacia della concimazione con fosforo e potassio dipende dalla fertilità del suolo, dal contenuto di sostanza organica, dai residui delle colture leguminose precedenti e dalle condizioni climatiche. Per sviluppare un piano di fertilizzazione efficace, è opportuno combinare le raccomandazioni regionali con l’esperienza maturata in azienda

Fertilizzare all'inizio

È fondamentale considerare i maggiori fabbisogni nutrizionali delle piante già prima della semina. Coltivare varietà ad alta resa in ambienti produttivi comporta una maggiore richiesta complessiva di azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). I fertilizzanti a base di fosforo (P₂O₅) e potassio (K₂O) risultano più efficaci se applicati a bande piuttosto che a spaglio, poiché facilitano l’accesso delle radici ai nutrienti e riducono il rischio di lisciviazione causata dallo scioglimento della neve o dalle piogge. I terreni più freddi traggono il massimo beneficio dall’applicazione localizzata di questi fertilizzanti, sia a bande sia direttamente con i semi.

L’uso di un fertilizzante di partenza che apporta 20-30 kg/ettaro di fosforo, applicato in banda durante la semina, favorisce la crescita iniziale, stimola l’accestimento autunnale e migliora la resistenza invernale. I fertilizzanti potassici (K₂O), invece, contribuiscono allo sviluppo di culmi robusti, riducono il rischio di allettamento e promuovono la crescita sana delle piante. Tuttavia, se il livello di potassio nel suolo è già elevato, la risposta a ulteriori apporti sarà probabilmente limitata.

Nel caso di fertilizzanti distribuiti a spaglio, è essenziale garantire un’applicazione uniforme. Per ottimizzare la distribuzione, è utile testare la regolazione delle attrezzature impiegate. 

L'azoto aumenta le rese

L’azoto (N) è spesso il nutriente più limitante per la resa del grano invernale. Favorisce l’accestimento e lo sviluppo dei germogli, sostiene la fotosintesi ed è un componente essenziale delle proteine della pianta e del grano. Il grano può richiedere tra 2,7 e 3 kg di azoto per ogni quintale di produzione attesa e assorbe il 70-75% del suo fabbisogno totale tra le fasi di inizio levata e botticella momento in cui la disponibilità di azoto deve essere ottimale.

In generale, chi punta a rese elevate applica almeno tra 100 e 140 kg di azoto per ettaro. La gestione dell’azoto nel grano può risultare complessa: una carenza può penalizzare resa e qualità, mentre un eccesso aumenta il rischio di allettamento. Se il numero di accestimenti è elevato (>70/m²), un’unica applicazione di azoto negli stadi precoci di allungamento è solitamente sufficiente per massimizzare la resa.

In fase di semina, può essere utile applicare una piccola quantità di azoto (20-30 kg/ettaro) per favorire la crescita iniziale e l’accestimento autunnale, soprattutto in caso di semina tardiva. La suddivisione delle applicazioni di azoto spesso aiuta a ottimizzare la resa, in particolare su terreni leggeri o sabbiosi o quando lo sviluppo delle piante è scarso e il numero di accestimenti è basso (<70/m²).

Un primo apporto di 40-60 kg/ettaro di azoto viene effettuato nella fase di inizio accestimento, prima della ripresa vegetativa, seguito da una seconda applicazione di 60-80 kg/ettaro nelle fasi di pieno accestimento-fine accestimento.

Tipologie di azoto

La forma di azoto è meno importante rispetto alla precisione con cui viene applicato. Tra le fonti più comuni vi sono il solfato ammonico, il nitrato ammonico, l’urea e le soluzioni liquide con concentrazione di azoto al 28% o 32%. È fondamentale garantire una distribuzione uniforme su tutta l’area trattata.

Le soluzioni liquide al 28% possono causare bruciature fogliari, ma il rischio può essere ridotto utilizzando ugelli a flusso o a inondazione, limitando la quantità applicata o evitando di mescolare l’azoto con erbicidi 

 

MITIGARE IL RISCHIO DI ALLETTAMENTO

La coltivazione del grano in ambienti ad alta resa può aumentare il rischio di allettamento, compromettendo la raccolta e riducendo la produttività. Per contrastare questo problema, molti agricoltori utilizzano regolatori della crescita (nanizzanti) che riducono il rischio di allettamento, prevenendo ritardi nella raccolta e proteggendo il potenziale produttivo della coltura.

I nanizzanti agiscono accorciando gli internodi e ispessendo il fusto, rendendo le piante più compatte e con un baricentro più basso, quindi meno soggette all’allettamento. Il trattamento viene applicato al primo nodo e non oltre questo stadio e può essere effettuato in miscela con altri agrofarmaci e fertilizzanti liquidi.

 

GESTIONE DELLE AVVERSITÀ

Scegliere il momento giusto per applicare agrofarmaci per il controllo di infestanti, malattie o insetti è fondamentale, spesso è necessario agire con finestre di intervento di sole 48 ore. È essenziale monitorare frequentemente il campo e avere l’attrezzatura pronta per essere tempestivi.

 

Controllo delle infestanti

La regola è partire con un campo pulito e mantenerlo tale! Le infestanti che emergono insieme al grano sono le più dannose. Per questo, è importante eliminarle fin dalle prime fasi del loro sviluppo, evitando che crescano troppo.

In ambienti a semina su sodo, utilizzare un erbicida totale (Glifosate) ben prima della semina, per eliminare le infestanti e ricacci della coltura precedente.

Nei sistemi con lavorazione convenzionale, eseguire più passaggi di lavorazione, se necessario, per ottenere un letto di semina privo di infestanti.

Favorire una rapida emergenza e una crescita vigorosa della coltura per competere efficacemente con le infestanti.

Raccomandazioni:

  • La competizione delle infestanti può causare danni ingenti alla produzione anche superiori al 50%; pertanto è fondamentale diserbare bene utilizzando erbicidi autorizzati: efficaci, selettivi, veloci e ad ampio spettro.
  • Generalmente è consigliato un solo intervento in post-emergenza, se non ci sono infestazioni precoci,  tra inizio accestimento e inizio levata (BBCH 21-32) con graminicidi ad ampio spettro (ad es. Fencade Trio, Floramix o Broadway) e dicotiledonicidi/foglia larga (ad es. Zypar, Trezac o Columbus).
  • Nel caso invece di presenza di infestazioni precoci e/o presenza di graminacee resistenti (ad es loietto) si consiglia Eledura in post precoce a 2-3 foglie vere dei cereali.
  • Per quanto riguarda invece le foglie larghe in presenza di papavero resistente si consiglia Zypar o Trezac a dose piena, mentre per le crucifiere sempre resistenti Zenith o Ariane II in fine per le perennanti si raccomanda ancora Ariane II oppure Columbus, quest’ultimo più  miscibile e adatto anche per interventi precoci.
  • Nota bene: usare i graminicidi (ad es. Fencade Trio, Floramix o Broadway) sempre con lo specifico bagnante per massimizzare il controllo e velocizzare l’azione erbicida.
  • Attenzione: Fencade Trio, Floramix o Broadway non sono selettivi su orzo!

Controllo delle malattie

La gestione delle malattie è cruciale per ottenere alte rese. La prevenzione inizia con la scelta di varietà resistenti e l’uso di trattamenti ai semi in fase di semina.

Nei campi con un alto potenziale produttivo, l’elevata densità di piante e l’umidità favoriscono lo sviluppo di malattie. Una delle più dannose è la fusariosi della spiga (Fusarium graminearum), che si manifesta durante la fioritura e l’ingrossamento della granella, soprattutto con clima caldo e umido.

Raccomandazioni:

  • L’andamento invernale/primaverile, caratterizzato da precipitazioni costanti e temperature miti costituisce uno dei primi fattori da tenere in considerazione nella pianificazione degli interventi fungicidi su frumento.
  •  Se è vero che nei decenni passati, la pressione dei funghi dannosi era rilegata a pochi areali e patogeni specifici (come ad esempio la fusariosi della spiga), ad oggi stiamo assistendo ad una continua recrudescenza delle patologie associate all’apparato fogliari, quali septoriosi, ruggini e oidio.
  • Intervenire fin dalle prime fasi con prodotti persistenti e ad ampio spettro è fondamentale per predisporre la coltura al suo massimo potenziale, permettendo così di gestire con più facilità e serenità gli interventi associati alla protezione della spiga.
  •  Il trattamento chiave è quindi da effettuarsi preventivamente nella fase della levata, nella quale Corteva raccomanda la famiglia delle soluzioni a base di Inatreq active, il rivoluzionario principio attivo nato dai batteri che cura e protegge il grano fino a 6 settimane, disponibile nei fungicidi Univoq, Questar T e Inconiq Pack
  • Il secondo intervento fondamentale è quello volto alla protezione della spiga dalla fusariosi, che in annate particolarmente calde, umide e piovose può facilmente instaurarsi nel frumento in fioritura e compromettere la commerciabilità della granella a causa della sua capacità di produrre micotossine.
  • In questa fase, Corteva propone sempre Univoq, in questo caso impiegabile alla dose di 2 L/ha o in alternativa soluzioni a base di prothioconazolo come Jade (1 L/ha) o Skeldon (1 L/ha)

 

Controllo degli insetti

Il rischio di infestazioni gravi di insetti nel grano è generalmente basso, ma è fondamentale monitorare regolarmente il campo per individuare eventuali problemi.

 

RIASSUNTO DELLE FASI FENOLOGICHE

La capacità di raggiungere elevati obiettivi produttivi dipende anche dalla buona disponibilità di energia solare e acqua. La capacità di catturare e sfruttare al massimo queste risorse è la chiave del successo. Per questo è fondamentale mantenere le piante in salute e garantire la presenza di tutti i nutrienti essenziali necessari alla coltura.

I coltivatori più professionali adottano un approccio altamente strategico nella gestione delle colture. Operano all'interno di un contesto che considera suolo, microclima e strategie agronomiche per ottimizzare la produzione.

Monitorare costantemente lo sviluppo della coltura attraverso visite frequenti ai campi consente di osservare la crescita e individuare tempestivamente eventuali problemi. Gli interventi mirati con fertilizzanti e prodotti per la protezione delle piante possono favorire il raggiungimento del massimo potenziale produttivo del grano.

Infine, l’impiego di genetiche di alta qualità offre ai coltivatori l’opportunità di superare i limiti di produttività all'interno della propria azienda.

 

1) Crescita delle plantule

  • Germinazione, emergenza del coleoptile e prima foglia vera.
  • Sviluppo delle prime foglie e del sistema radicale seminale.

Gestione:

  • Valutare la densità delle piante e l'uniformità della semina, con un obiettivo di 270-380 piante/m².
  • Monitorare la crescita delle erbe infestanti e il danno da afidi intervenire con trattamenti se necessario.

2-3) Accestimento

  • Inizio della formazione degli accestimenti primari.
  • Dormienza invernale e vernalizzazione.
  • Crescita primaverile e sviluppo degli accestimenti secondari dagli accestimenti primari.
  • I culmi secondari contribuiscono al 30-50% del potenziale produttivo. Quelli che emergono tra gli stadi di 4ª e 6ª foglia sono quelli più produttivi, mentre quelli tardivi potrebbero non produrre, soprattutto in condizioni di stress

Gestione:

  • Applicare fertilizzante azotato in autunno per stimolare la crescita precoce e l'accestimento.
  • Controllare l’investimento per individuare eventuali danni invernali e decidere se applicare erbicidi contro le erbe infestanti.
  • Applicare fertilizzante azotato in primavera prima della ripresa vegetativa per favorire l'accestimento post-invernale e aumentare la densità degli steli (applicare fino al 30% del fabbisogno totale di N in questa fase).
  • Utilizzare regolatori di crescita per limitare l’eccessivo allungamento del fusto superiore e prevenire l’allettamento.

4-10) Allungamento del fusto

  • Inizio dell’allungamento del fusto e formazione dei nodi, con l’apice vegetativo che si sposta sopra la superficie del suolo, e le piante diventano più erette.
  • Compare la foglia bandiera.
  • Nella fase di botticella, la spiga è completamente sviluppata è visibile come rigonfiamento sotto la foglia bandiera.

Gestione:

  • Applicare azoto aggiuntivo, se necessario, per supportare la levata e la spigatura, quando la richiesta di azoto è più alta.
  • Monitorare le infestanti, gli insetti e le malattie fogliari, effettuando trattamenti quando necessario.
  • L’applicazione di azoto durante la fase di foglia bandiera e botticella può aumentare il contenuto proteico dei semi e migliorare la dimensione dei semi.
  • Applicare fungicidi per proteggere la foglia bandiera, fondamentale per il riempimento delle cariossidi, che rappresenta il 75% dell'area fogliare efficace ai fini produttivi.

10.1-10.5) Spigatura e Fioritura

  • Spigatura: gli organi dell'infiorescenza e del fiore sono completamente sviluppati e emergono dal fusto.
  • Fioritura e antesi: le antere, produttrici di polline, fuoriescono dal fiore. L’’impollinazione inizia dalle spighette centrali.
  • L’impollinazione dura circa 4 giorni per ciascun culmo, seguita dal riempimento delle cariossidi
  • Il riempimento delle cariossidi può durare tra i 13 e i 20 giorni o più, a seconda delle temperature, dell’umidità del suolo e dello stress della pianta.

Gestione:

  • Il grano è particolarmente vulnerabile alla fusariosi della spiga durante questa fase, ma l’uso di fungicidi all'inizio della fioritura può minimizzare i danni.

11)  Maturazione

  • Maturazione e senescenza: il chicco passa dalle fasi dette lattea, a pasta morbida e a pasta dura, raggiungendo la maturità fisiologica quando il contenuto di umidità scende sotto il 30%.

Gestione:

  • Durante la maturazione, è importante mantenere un’adeguata umidità del suolo per garantire un riempimento continuo e ottimale delle cariossidi, raggiungendo così il massimo potenziale produttivo. Se disponibile, l’irrigazione può prevenire lo stress idrico in questa fase.
  • La raccolta inizia quando l'umidità del chicco scende al di sotto del 15%, con lo stoccaggio sicuro tra il 12-14% di umidità.

Download