Agronomia

Storia del mais dalle origini ai giorni nostri

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Episodio 4: dal 1930 al 1950
Il mais ibrido conquista i coltivatori americani. La nascita e il contributo di Pioneer allo sviluppo di un'agricoltura moderna.

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L'adozione dell'ibrido da parte dei coltivatori americani

L'adozione del mais ibrido è stata inizialmente lenta nel primo decennio dopo la sua introduzione commerciale, a metà degli anni Venti. Nel 1935, solo il 6% della superficie coltivata a mais dell'Iowa era seminata con ibridi. Gli agricoltori, abituati a non acquistare nuove sementi annualmente, trovavano le sementi ibride costose da produrre e scarse. Tuttavia, la situazione cambiò rapidamente a metà degli anni Trenta. I test di resa dimostrarono che gli ibridi erano nettamente superiori alle varietà a impollinazione libera in condizioni di grave siccità. Inoltre tra il 1934 e il 1940 si verificò negli Stati uniti il drammatico fenomeno del Dust Bowl, ovvero una lunga serie di tempeste di polvere e sabbia che colpirono le zone centrale degli Stati Uniti. La polvere era la conseguenza di un eccesso di lavorazioni profonde del terreno e di prolungati periodi di siccità. Anche questa avversità servì a dimostrare la maggiore efficienza degli ibridi rispetto alle varietà a libera impollinazione. Una volta acquisita una solida prova dei benefici del mais ibrido, la transizione dalle varietà a impollinazione libera si rivelò sorprendentemente rapida.


Un appezzamento dell'ibrido 307 di Pioneer nella dimostrazione History of Corn presso il Corteva Agriscience Johnston Global Business Center (26 giugno 2020). 

Il contributo di Pioneer

Nel 1936, la Pioneer Hi-Bred rilasciò l'ibrido 307. Selezionato per il suo forte vigore e la tolleranza alla siccità su terreni sabbiosi, l'ibrido dimostrò immediatamente il suo valore durante una catastrofica siccità che colpì l'Iowa, causando perdite estese di mais. In queste condizioni estreme, gli ibridi produssero rese doppie rispetto alle varietà a impollinazione libera. L'adozione del mais ibrido in Iowa avvenne rapidamente: nel 1936, il 10% degli ettari era coltivato a mais ibrido; due anni dopo, nel 1938, la percentuale superò il 50%. Nel 1942, praticamente tutto il mais in Iowa era costituito da sementi ibride. Nel giro di 20 anni, il mais ibrido avrebbe raggiunto il 100% di tutti gli ettari di mais negli Stati Uniti.


Pubblicità di Pioneer del 1949, che dimostra l'enorme sforzo compiuto in ricerca e sviluppo con la costituzione di 8 stazioni sperimentali, per costituire ibridi più adatti ai diversi ambienti di coltivazione. "Il più ampio programma di breeding commerciale negli Stati Uniti"

Oltre a tollerare meglio gli stress e ad avere rese più elevate, gli ibridi risultarono meno variabili, più resistenti e più facili da raccogliere rispetto alle varietà di mais a impollinazione libera. L'importanza dell'adozione del mais ibrido fu riconosciuta dal mondo accademico, costituendo la base del modello classico di diffusione della tecnologia, insegnato in corsi di laurea in economia tra gli anni '50 e '70.


Henry Agard Wallace, fondatore di Pioneer, sulla copertina del settimanale TIME, 23 settembre 1940

La tecnologia dell'ibrido nelle altre colture

Lo sviluppo del mais ibrido contribuì anche al progresso della statistica come campo di studio. L'ibridazione di altre colture agricole seguì l'esempio, interessando piante come colza, riso, sorgo, girasoli e grano. La soia, invece, rimane un'eccezione, poiché la diffusione del suo polline avviene all'interno di un fiore chiuso, rendendo difficile l'ibridazione su scala sufficiente per la produzione economica di sementi ibride.

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Episodio precedente

Dal 1900 al 1930

L'avvento dell'ibrido moderno: come la genetica ha contribuito a decuplicare la resa del mais in meno di un secolo.

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