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Verso la fine della stagione di crescita può capitare abbastanza spesso di notare piante di mais con colorazione rossastra o violacea. Questo fenomeno può interessare diverse parti della pianta, tra cui stocco, foglie, brattee, guaine fogliari.
Un fenomeno analogo, almeno da un punto di vista fisiologico e biochimico, può avvenire anche durante i primi stadi di sviluppo del mais in seguito ad alcuni stress ambientali, come ad esempio un rapido abbassamento delle temperature (cliccando qui potete leggere un approfondimento in merito).
Indipendentemente che avvenga nei primi stadi di sviluppo o nelle fasi più tardive, la colorazione anomala è causata dall'accumulo di antociani, pigmenti naturali che conferiscono tonalità che vanno dal rosso al viola.
Questo cambiamento non è casuale, ma è il risultato di un meccanismo biochimico preciso.
A seconda della specie, le piante possono produrre un’ampia gamma di pigmenti della famiglia degli antociani. La coltura del mais, in particolare, ne produce di due tipi: glucosidi di cianidina e glucosidi di pelargonidina.
Nel caso degli arrossamenti nelle fasi tardive del ciclo, questi pigmenti si formano quando la pianta fotosintetizza più zuccheri di quanti ne riesca a utilizzare per il riempimento della spiga e delle cariossidi.
Quando non viene traslocato abbastanza rapidamente, il saccarosio si accumula nei tessuti fotosintetici e si attiva un processo biochimico che porta alla produzione di pigmenti antocianici.
Questi pigmenti vengono poi immagazzinati nei vacuoli cellulari e, in quantità elevate, conferiscono alla pianta il tipico colore violaceo o rossastro.
La presenza e l’intensità della colorazione possono variare in base alla genetica dell’ibrido. Alcuni ibridi possiedono più geni coinvolti nella sintesi degli antociani, altri ne hanno pochi o nessuno e l’effetto è proporzionale alla quantità di geni posseduti. Di conseguenza, la risposta visibile alla sovraproduzione di zuccheri può essere molto diversa da un ibrido all’altro.
Inoltre, quando il mais raggiunge la maturità fisiologica, l’accumulo di sostanza secca nelle cariossidi si arresta, riducendo la richiesta di zuccheri da parte della pianta.
Alcuni ibridi tendono a rimanere vitali anche dopo la maturità fisiologica, possono quindi continuare a fotosintetizzare e a produrre zuccheri che, non trovando più un impiego né nella crescita vegetativa, né nel riempimento della spiga, vengono convertiti in pigmenti antocianici.
Oltre alla maturazione naturale della pianta, anche la presenza di stress ambientali può favorire la comparsa della colorazione violacea o rossastra. In situazioni di stress, la pianta potrebbe produrre zuccheri in eccesso rispetto alla quantità necessaria per il riempimento della spiga, specialmente se ci sono malformazioni o se ci sono stati problemi di fecondazione che hanno ridotto il numero delle cariossidi.
Una discriminante per distinguere arrossamenti dovuti alla genetica e arrossamenti dovuti a stress è la distribuzione in campo delle piante colpite. Quando la colorazione è causata dallo stress, essa tende a manifestarsi in modo irregolare nel campo, riflettendo l’intensità del danno subito da ciascuna pianta.
Tra le principali cause di stress che possono inficiare lo sviluppo o il riempimento delle spighe, troviamo:
I casi più evidenti di colorazione violacea si verificano quando lo sviluppo della spiga è stato gravemente compromesso. In assenza della spiga, che normalmente agisce da “pozzo” in cui confluiscono gli zuccheri fotosintetizzati, la pianta non ha modo di utilizzare gli zuccheri prodotti e l’intera struttura può assumere un'intensa tonalità violacea.
L’arrossamento delle piante di mais nelle fasi tardive del ciclo, se legato alla genetica dell’ibrido o alle normali tempistiche di maturazione, non comporta alcuna perdita di resa. Anche se può sembrare uno “spreco” di carboidrati che non vengono destinati al riempimento delle cariossidi, in realtà si tratta di un processo fisiologico privo di conseguenze produttive.
Diverso è il caso degli arrossamenti causati da stress ambientali: in queste situazioni, la colorazione violacea o rossastra è una conseguenza e non la causa del calo di resa. È lo stress a compromettere la produzione e la colorazione, è un segnale visibile di questo squilibrio.
Quando in campo si osservano colorazioni distribuite in modo irregolare, è importante non ignorarle. Al contrario, è consigliabile indagare le possibili cause e intervenire, se possibile, mitigando i fattori di stress nella stagione in corso o, più strategicamente, prevenendoli in quella successiva.