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Il marciume rosso del colletto nella soia è causato dal fungo del suolo Calonectria ilicicola (anamorfo: Cylindrocladium parasiticum). La malattia si riconosce per la presenza di strutture fungine rossastre sul colletto e sulle radici della pianta (vedi Figura 1).
Fig.1: Presenza di piccole sfere rosse sul colletto e sulla base del fusto, sintomo tipico della malattia.
Nonostante sia una nuova minaccia nel Midwest statunitense, rilevata per la prima volta nella contea di Pike, Illinois, nel 2017 (Kleczewski, 2020), C. ilicicola è presente nel sud degli USA dagli anni ’70 e in Giappone fin dagli anni ’60. Oltre alla soia, può colpire numerose colture tra cui arachidi, zenzero e mirtilli. È particolarmente comune in rotazioni soia-arachide nelle regioni sud-orientali.
Il fungo Calonectria ilicicola attacca radici e fusto della soia, causando marciume radicale e basale. L’infezione è favorita da condizioni umide dopo la semina e si manifesta più spesso in zone basse e scarsamente drenate del campo.
Le condizioni calde e umide favoriscono la progressione della malattia durante la stagione vegetativa: le temperature del suolo ottimali per lo sviluppo della malattia sono comprese tra 25°C e 30°C, mentre le temperature superiori ai 30°C tendono a ridurre l’infezione.
La diffusione secondaria può avvenire tramite ascospore mature espulse dai periteci presenti sul fusto e trasportate da schizzi o deflussi d’acqua.
Più avanti nella stagione, il fungo può produrre una tossina che si accumula nelle foglie, provocando clorosi internervale seguita da necrosi (Figura 2).
Fig.2: Clorosi e necrosi internervale simili a quelle causate dalla Sindrome della Morte Improvvisa (conosciuta con l’acronimo SDS, causata da funghi appartenenti al genere Fusarium), rendendo necessaria l’ispezione del colletto e del fusto per una diagnosi accurata.
Le piante colpite in forme più gravi tenderanno ad avere una senescenza più rapida, mantenendo le foglie attaccate (figura 3).
Il fungo sverna nel suolo sotto forma di microsclerozi, che possono sopravvivere per anni anche in assenza della coltura ospite. Questi si diffondono con il movimento di suolo e residui infetti, tramite vento, attrezzi agricoli o animali.
Fig.3: pianta con foglie senescenti dovute al marciume rosso del colletto.
L’infezione si manifesta generalmente dopo lo stadio R3 con ingiallimento fogliare. Tuttavia, i sintomi radicali e del fusto possono presentarsi anche in assenza di segni visibili sulle foglie.
I sintomi fogliari non appaiono in modo uniforme nel campo, comparendo frequentemente su singole piante o in piccole aree distribuite a macchia di leopardo . Possono inoltre essere confusi con quelli di:
Questo rende necessaria un’ispezione accurata di fusto e radici.
Le caratteristiche distintive del marciume rosso del colletto sono:
Fig.4:periteci su una pianta di soia infetta da marciume rosso del colletto.
Le perdite di resa possono arrivare al 25–30% in aree fortemente infette, come documentato in Louisiana e Mississippi. Tuttavia, la malattia tende a colpire a chiazze e non interi appezzamenti.
Attualmente non esistono trattamenti curativi, ma alcune strategie agronomiche possono aiutare a contenere l’infezione:
Il marciume rosso del colletto è una malattia fungina emergente nel Midwest degli Stati Uniti e ben conosciuta nel Sud degli USA. Attualmente non sono riportate evidenze di una sua rapida diffusione in Europa e in Italia, tuttavia, saper riconoscerne precocemente i sintomi e adottare strategie colturali mirate può ridurre significativamente il suo impatto sulla coltivazione della soia.
Ricordiamo che, in assenza di trattamenti curativi, la prevenzione e l’informazione tempestiva restano le armi più efficaci.