Approfondimento •  16/05/2025

Monitoraggio microbiologico dei cereali autunno-vernini 2025

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Scenari evolutivi e implicazioni per l’insilamento

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Facendo seguito all’attività svolta nelle ultime annate, anche per la campagna 2025, il laboratorio microbiologico del Corteva AgroLAB ha condotto un'attività di monitoraggio microbiologico sui cereali autunno-vernini, con l’obiettivo di caratterizzare la dinamica delle principali componenti microbiche coinvolte nei processi di conservazione.

In particolare, l’attenzione si è concentrata sull’evoluzione di muffe, lieviti e batteri lattici, microrganismi la cui interazione influenza significativamente la qualità finale degli insilati.

La flora epifitica naturalmente presente sulle foraggere, in particolare i batteri lattici, rappresenta il punto di partenza del processo di fermentazione, utile alla conservazione. Questi batteri, infatti, convertono gli zuccheri in acidi organici, favorendo l’abbassamento del pH e inibendo la proliferazione di organismi indesiderati che ne deteriorano la qualità. Tuttavia, la presenza concomitante di lieviti e muffe – anch’essi parte della flora epifitica – può ostacolare l’attività dei lactobacilli, specialmente nelle fasi iniziali dell’insilamento, considerando che non si tratta di ceppi selezionati. Il successo del processo fermentativo dipende pertanto dal rapporto competitivo tra queste popolazioni microbiche. Le condizioni climatiche stagionali influenzano in modo determinante lo sviluppo di tali microrganismi.

Grazie all’attività di monitoraggio svolta nelle ultime campagne, si è potuto osservare come i lactobacilli tendano a svilupparsi più efficacemente con temperature miti e costanti, mentre risentono negativamente di eventi avversi come temporali intensi o abbassamenti termici.

Al contrario, lieviti e muffe mostrano una crescita più stabile e meno influenzata dagli sbalzi climatici. Questo aspetto rappresenta una criticità, poiché, in assenza di condizioni ottimali, l’equilibrio microbico può risultare sfavorevole alla conservazione. Nel corso delle ultime 3 settimane, in diverse località delle province di Cremona, Brescia e Mantova, sono stati raccolti campioni di cereali vernini prossimi alla trinciatura, prevista approssimativamente per la metà di maggio. I risultati analitici sono stati contestualizzati all’annata in corso e confrontati con i dati storici per ipotizzare due scenari evolutivi in funzione delle condizioni meteorologiche.

Andamento attuale:

Dal punto di vista meteorologico, il mese di aprile ha registrato un andamento termico mite, caratterizzato da un periodo di piogge a metà mese che ha momentaneamente interrotto la crescita delle temperature. A partire dal 22 aprile, si è osservato un progressivo rialzo termico. Il primo campionamento, effettuato il 23 aprile, ha evidenziato una flora microbica particolarmente ridotta per i batteri lattici, che avevano appena cominciato a svilupparsi (< 2.0 x 102 UFC per grammo di tal quale), mentre lieviti e muffe presentavano cariche microbiche più elevate (rispettivamente 9.2 x104 e 3.4 x103 UFC per grammo di tal quale ). Ad una settimana di distanza, nonostante un lineare aumento di temperature, la popolazione di batteri lattici è rimasta di fatto inalterata (<2.0 x 102 UFC, <0.1%), mentre lieviti e muffe hanno continuato la loro crescita (1.8 x 105 UFC e 1.4 x 104 UFC rispettivamente), confermando un rapporto microbico sfavorevole ai lactobacilli (circa 1:1900).

Due scenari previsionali:

Sulla base delle previsioni meteorologiche e dei dati storici, sono stati elaborati due scenari relativi all’ipotetico momento di raccolta (seconda metà di maggio):

  • scenario A (temperature stabili/moderate): in presenza di temperature stabili senza eventi climatici estremi, si prevede un lento incremento dei lactobacilli (2,0×10³ UFC; <1% della flora totale), mentre lieviti e muffe continuerebbero la loro crescita (3,5×10⁵ UFC e 2,0×10⁴ UFC). Il rapporto microbico risulterebbe ancora critico (1:187).
  • scenario B (incremento termico marcato): un aumento più consistente delle temperature favorirebbe lo sviluppo dei lactobacilli fino a 1,2×10⁴ UFC (<2%), con lieviti e muffe rispettivamente a 6,7×10⁵ e 3,5×10⁴ UFC. Il rapporto microbico risulterebbe più basso (1:58), ma sempre sbilanciato a favore di muffe e lieviti.

Considerazioni sul ruolo degli additivi microbiologici

Anche nello scenario più favorevole, i batteri lattici si trovano sempre in un contesto molto competitivo con muffe e lieviti, che può compromettere l’efficienza del processo di acidificazione e conservazione.

L’uso di additivi microbiologici, efficienti e ad azione specifica, consente di incrementare significativamente la popolazione di lactobacilli fino a 1.3x105 UFC (arrivando a rappresentare il 15% della flora microbiologica), e raggiungendo un rapporto competitivo di 1:5 con muffe e lieviti, funzionale a un avvio efficace della fermentazione, in grado di limitare la crescita di microrganismi indesiderati e migliorando la stabilità aerobica dell’insilato. Questo anche in virtù del fatto che i lactobacilli apportati hanno una maggiore efficienza nella conversione degli zuccheri in acidi, rispetto a quelli presenti naturalmente sulla pianta.

Muffe e lieviti hanno infatti un impatto diretto sulla qualità dell’insilato qualora fossero presenti al momento dell’utilizzo. Evidenze scientifiche illustrano, infatti, una correlazione diretta fra la presenza di muffe e l’aumento di perdite di sostanza secca negli insilati, che possono arrivare fino al 40% nel caso di valori maggiori di a 1x106 UFC. Allo stesso modo i lieviti, principali antagonisti del processo di fermentazione, sono correlabili ad una riduzione dell’ingestione e quindi a una minore produzione di latte. Infatti, con una contaminazione superiore a 1 x 108 UFC di lieviti si può arrivare ad una riduzione di produzione fino a 3 litri/capo/giorno.

L’impiego di additivi microbiologici consente di evitare problemi di questo tipo. I dati storici del monitoraggio confermano l’efficacia dell’uso di additivi Pioneer In trincee di cereali autunno-vernini trattate. Infatti la carica di lieviti monitorata ha dato risultati medi di 5,7×10⁵ UFC per le trincee non trattate rispetto ai 3,2×10³ UFC in quelle trattate con additivo Pioneer.

Alla luce di questi dati sul controllo della popolazione di lieviti e muffe, è possibile simulare l’impatto dell’uso di additivi microbiologici Pioneer in un allevamento tipo di 200 vacche. L’utilizzo di foraggi più sani permette di prevenire una perdita produttiva di circa 1,5 litri/capo/giorno, pari a un mancato reddito annuo di circa 55.000€, considerando un prezzo del latte di 0,60 €/litro.

L’investimento per il trattamento degli insilati (stimando un fabbisogno di 35.000 q.li totali) risulterebbe ampiamente giustificato, con un ritorno economico stimabile in circa 7 volte il costo sostenuto per il trattamento microbiologico.


Beneficio economico del trattamento con additivi Pioneer assumendo 200 vacche in lattazione, con una dieta di 45 Kg di insilati/capo/giorno, un prezzo del latte di 0,6 €/L e un volume di trinciato da trattare di 35.000 Q.li

Conclusioni

Il monitoraggio microbiologico per questa campagna ha confermato l’importanza del controllo delle popolazioni microbiche nella fase di pre-insilamento dei cereali autunno-vernini.

L'uso di additivi microbiologici selezionati è sicuramente uno strumento efficace nell’aumentare la presenza di batteri lattici per un avvio e un proseguimento delle fermentazioni il più corretto ed efficiente possibile, riducendo la proliferazione di lieviti e muffe. Scegliendo tecnologie specifiche è ulteriormente possibile incrementare i benefici, ad esempio agendo sulla degradabilità della fibra. Questo approccio non solo preserva la qualità degli insilati, ma contribuisce anche a ridurre le perdite economiche che i foraggi deteriorati possono avere sulle performance aziendali