Agronomia

Storia del mais dalle origini ai giorni nostri

Something went wrong. Please try again later...

Episodio 1: Dal 7000 A.C. al 1500 D.C.
Origini, domesticazione e diffusione del mais fino alla scoperta dell'America: dalle origini, alla domesticazione, alla sua introduzione in Europa

Poco tempo per leggere l'articolo? Ascolta il podcast!

Hai domande su questo o altri argomenti di agronomia?
Contattaci cliccando qui: i 200 Tecnici del Servizio Agronomico Corteva sul territorio sono a tua disposizione!

- - -

Una coltura di importanza globale

Il mais (Zea mays), o granturco, è una delle colture più strategiche al mondo, cruciale per sostenere la crescente domanda alimentare e industriale della popolazione globale. Le sue applicazioni spaziano dall'alimentazione del bestiame alla produzione di etanolo, fino a diventare ingrediente fondamentale in centinaia di prodotti alimentari e industriali. Coltivato in sei dei sette continenti, il mais occupa oltre il 20% delle terre agricole dedicate a colture, con una produzione annua che supera del 50% quella del grano e del riso, e triplica quella della soia.

Il mais ha una storia di oltre 9.000 anni, in cui si è evoluto dalla sua forma selvatica ai progressi tecnologici più recenti. Pioneer, leader nel settore, ha dato un contributo decisivo alle innovazioni che hanno rivoluzionato la coltivazione del mais nell'ultimo secolo.

In questa serie di articoli esploreremo il viaggio millenario del mais, dalle origini fino al 1995, anno che segna l'inizio dell'era biotecnologica della coltivazione. Inizieremo soffermandoci sull'origine, sulla domesticazione e sulla diffusione del mais dopo la scoperta dell'America, nel 1492.

Dal teosinte al mais: una mutazione spontanea

La storia del mais moderno inizia intorno al 7000 a.C. nel Messico meridionale, con l'addomesticamento del teosinte, una pianta erbacea selvatica. Sebbene fino all'inizio del XX secolo l'origine del mais fosse sconosciuta, negli anni '30 gli studi genetici identificarono il teosinte come progenitore grazie alla somiglianza cromosomica e alla capacità di generare ibridi fertili. Le ricerche genetiche avanzate confermarono che la separazione tra il teosinte e il mais avvenne circa 9.000 anni fa, supportata anche da evidenze archeologiche che datano la coltivazione del mais ad almeno 8.700 anni fa in Messico.

L'evoluzione del mais dal teosinte ha portato a una trasformazione notevole: mentre il mais coltivato ha un solo culmo che produce lunghe spighe con centinaia di chicchi, il teosinte presenta spighe corte con pochi semi racchiusi in capsule dure. A parte queste differenze visive, geneticamente le due specie sono molto simili. La domesticazione fu un processo guidato dai primi agricoltori, che selezionavano le piante con caratteristiche desiderate, migliorando rapidamente l'aspetto e la produttività della pianta. Già nel 2500 a.C., il mais era diffuso in tutte le Americhe.


Teosinte (Zea mays subsp. Mexicana),
l'antenato del mais moderno, originario del Messico e dell'America centrale.

Il mais ai tempi di Cristoforo Colombo

Quando Cristoforo Colombo raggiunse le Americhe nel 1492, il mais era già ampiamente coltivato sia nel Nord che nel Sud America. Sebbene fosse un pilastro nell'alimentazione dei nativi americani, le superfici coltivate a mais in Nord America non superavano i 20.000 ettari, a fronte degli attuali 180 milioni di ettari. 

Successivamente, il mais fu introdotto in Europa e in Africa settentrionale, e la sua diffusione globale fu straordinariamente rapida, senza precedenti nella storia delle colture agricole